La poesia come salvezza.
Con Daniel Dwerryhouse e Francesco Canavese
Daniel Dwerryhouse, attore di presenza e comicità incontenibili, galoppa a briglia sciolta nelle follie dei nostri giorni: un mondo senza poesia, che non sorride più, che non ha più niente in cui credere, e che ha bisogno di uno scossone per riprendere a vivere. Uno spettacolo dissacrante e fuori dagli schemi, infarcito da brani tratti dal repertorio di alcuni grandi “resistenti” del passato e del presente: De Andrè, Bukowski, Prevert. Lo accompagna la chitarra di Francesco Canavese, col quale Daniel si lascia andare anche ad improvvisazioni jazz, armato del suo sax tenore.
“Oggi molti giovani soffrono di depressione, causata a mio avviso in gran parte dall’apatia.
Per liberarsi da questa ristagnante palude mentale, bisogna imparare ad arrabbiarsi in un modo gentile e i bei versi fanno proprio questo, migliorano l’uomo: De Andrè, Bukowski, Prevert e testi originali sono le parole di questo spettacolo che va dalla comicità più sfrenata ai reali toni del dramma.
Faccio teatro da quasi 15 anni, ho lavorato con molti registi e tra i tanti difetti che ho riscontrato nel mondo artistico il più grave è la mancanza di motivazioni profonde e necessarie.
Non è il mero esibizionismo che ci dovrebbe spingere a recitare o suonare ma la volontà di raccontare e muovere un parola un po’ passata di moda cioè l’Anima.
Il mio APPUNTI DI RABBIA ha proprio questo obiettivo, perché chi non conosce la storia è costretto a riviverla.
A raccontare questa storia è con me uno straordinario musicista: Francesco Canavese che oltre ad essere un riconosciuto talento nel mondo del jazz è un creativo sensibile che riesce a mettere la propria arte a servizio dello spettacolo.
Insieme abbiamo deciso di affrontare questo viaggio per un ovvio credo comune che se una persona vuole fare qualcosa deve semplicemente farlo.”
Daniel Dwerryhouse